Economia ed Altro
1. TFR mensile in busta paga: l'origine
Da: carlo [mailto:carlo.attademo@libero.it]
Inviato: mercoledì 3 ottobre 2012 11.57
A: 'Antonio On. Borghesi'
Oggetto: R: I: risposta da Antonio Di Pietro
Gentile Onorevole,
Sono veramente molto contento che Lei mi abbia risposto.
Per quanto riguarda il merito, ritengo che se io avessi € 80 in più, le spenderei quasi tutte, e come me anche molte famiglie italiane.
80 Euro di media per 22 000 000 di lavoratori in Italia (se consideriamo anche i dipendenti pubblici) sono € 1 760 000 000 di liquidità aggiuntiva al mese.
Se per difetto considerassimo attuabile solo ¼ del tutto, arriveremmo a € 440 000 000 al mese che, considerando l’effetto moltiplicativo che ha 1 Euro messo in circolazione, diventerebbero sicuramente quasi il doppio con conseguenti entrate maggiori di IVA.
Ipotesi per sei mesi: $ 440. 000 000 X 6 = € 2 640 000 000 (senza considerare l’effetto moltiplicativo!); IVA (media stimata 15%) € 396 000 000 senza considerare l’effetto moltiplicativo; IRPEF ALLA FONTE (ALIQUOTA MEDIA 20 %): € 528 000 000.
Potrebbe essere un contributo non trascurabile per un’inversione di tendenza nei consumi, che stanno scomparendo.
NATURALMENTE QUESTO E’ UN CALCOLO TEORICO; DAL PUNTO PRATICO, COME LEI HA EVIDENZIATO, SONO ALTRI GLI OSTACOLI (DI CUI SONO CONSAPEVOLE) CHE SI FRAPPONGONO ALL’APPLICABILITA’, MA LA SOLUZIONE, SE VAGLIATA ATTENTAMENTE L’IDEA, SI POTREBBE TENTARE DI TROVARLA.
QUESTO E’ IL MOTIVO PERCHE’ HO SCRITTO A LEI.
In ogni caso grazie VERAMENTE per la risposta a Lei e all’onorevole Di Pietro (finalmente due rappresentanti degni di questo nome).
Carlo Attademo
Da: Antonio On. Borghesi [mailto:borghesi_a@camera.it]
Inviato: mercoledì 3 ottobre 2012 11.17
A: carlo
Oggetto: Rif: I: risposta da Antonio Di Pietro
Gent.mo Sign.re Carlo
La Sua proposta merita la necessaria attenzione .
L'unica riserva è però l'impatto negativo che potrebbe avere sulle imprese ed in particolare per quelle in difficoltà , senza il supporto necessario da parte delle banche .
La gran parte di esse trattiene il TFR fino alla cessazione del rapporto di lavoro : dovrebbe pagarlo subito con effetti finanziari negativi .
D'altro lato per lavoratori che percepiscono 1500 euro lordi al mese si tratterebbe di circa 100 euro meno tasse e quindi di 70-80 euro che non cambiano la loro vita .
Rimango a Sua disposizione per ulteriori riflessioni , cordialmente
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On. Prof. ANTONIO BORGHESI
Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese nell'Università di Verona
Vice Presidente Gruppo Parlamentare Italia dei Valori
Segreterie
Cel. Segreteria +393496829399
Roma Palazzo Montecitorio Tel. +390667605172 Fax 0667604636
Roma Via Poli 13 Tel. +390667608228 Fax +390667608561
Verona Viale della Repubblica 51/b 37126 VERONA
Tel. +390458352692 Fax +390458351851
E-mail: borghesi_a@camera.it
Sito web: www.antonioborghesi.it
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-----"carlo" <carlo.attademo@libero.it> ha scritto: -----
Per: <borghesi_a@camera.it>
Da: "carlo" <carlo.attademo@libero.it>
Data: 21/09/2012 17.17
Oggetto: I: risposta da Antonio Di Pietro
Gentile Onorevole,
Seguo il consiglio datomi dall’Onorevole Di Pietro in merito ad un’idea che avrei avuto riguardo alla possibilità di invertire il trend economico e soprattutto quello dei consumi.
Faccio presente che avevo inviato la stessa proposta alla Ministro Fornero (Aprile 2012)e all’Onorevole Crosetto (Giugno 2012) (che, a prescindere dal posizionamento politico personale, sembra molto competente a livello economico), non ricevendo però risposta.
Stessa sorte con l’economista Professore Gustavo Pica.
Tale proposta si fonda su 2 presupposti
Qualsiasi scudo o provvedimento sul mercato finanziario è inutile finchè non si mette mano all’economia reale.
Il mercato finanziario si regola da solo in base alle informazioni che gli provengono, disponibili a tutti, e finchè non percepirà la prospettiva di un qualcosa di concretamente positivo nella vita reale, che si traduca in un medio lungo termine negli utili delle aziende, il trend sarà sempre negativo, con un circolo vizioso devastante per via della speculazione.
Le Riforme strutturali anno bisogno di anni per dispiegare i propri effetti e se la recessione continua gli effetti futuri potranno essere annullati.
Quindi?
Servono anche e soprattutto effetti immediati, misure di microeconomia che concernino le tasche degli italiani e portino un aumento della liquidità.
Ecco la mia proposta, che spero una persona così competente valuti bene.
Parto da alcuni elementi fondamentali:
1) Non ci sono risorse e quindi occorre trovare una via per farlo e liberarle di conseguenze
2) Spero che in Italia ci siano realmente aziende con una situazione di liquidità discreta e che le società che amministrano i fondi di gestione del TFR non siano superprotette.
3) Concetto microeconomico dell’anticipo di un consumo futuro al tempo presente, per arrivare realmente ad un futuro.
Come saprà il TFR dei dipendenti viene lasciato in azienda o trasferito all’INPS o a fondi privati gestiti da alcune aziende, secondo le scelte del dipendente e/o dimensioni dell’azienda.
Perché non stabilire che le aziende (nel caso trattengono il TFR in azienda secondo legge), nel modo in cui il governo o il parlamento ritengono, con utile di bilancio al 2011 e con indici di liquidità positivi, liberino per almeno qualche mese la quota del TFR (mensile e/o trimestrale… ad esempio) che fa capo a ciascun lavoratore invece di accantonarla?
Naturalmente si potrebbe pensare una cosa simile anche nel caso in cui il TFR sia girato a fondi di gestione (e aggiungerei all’INPS se possibile)
La conseguenza sarebbe che il lavoratore avrebbe un netto maggiore in busta paga e, se si tiene conto del numero di lavoratori interessati, si arriverebbe facilmente a capire quanta liquidità entrerebbe in circolazione (vista l’alta propensione marginale al consumo delle classi meno fortunate) con un effetto a catena virtuoso per l’economia e senza intaccare le casse dello Stato!
Anzi, paradossalmente le entrate dello Stato potrebbero anche aumentare, visto che si sull’anticipo si applicherebbe un prelievo fiscale!
Aumenterebbero i consumi e quindi le stesse aziende che hanno anticipato il TFR avrebbero un ritorno in termini di fatturato dopo breve tempo e tra l’altro vedrebbero un ritorno della liquidità persa e lo stesso Stato in termini di IVA avrebbe un ulteriore gettito, come è ovvio.
Per quanto riguarda i fondi di gestione del TFR, nel caso di lamentele delle aziende gerenti (visto che vivono anche di questi versamenti che verrebbero a mancare), il prelievo fiscale aggiuntivo alla fonte non preventivato potrebbe essere destinato in parte a tali aziende come contributo di gestione per il periodo in questione.
Si tratterebbe solo di pensare la forma tecnico normativa giusta per disporre una cosa del genere, ma questo non è di mia competenza e non sono nelle condizioni di essere propositivo.
Ripeto a mio modesto avviso non c’è motivo per non studiare come applicarla (NE GIOVEREBBERO TUTTI: economia e paradossalmente anche lo Stato!).
Un suo parere mi sarebbe molto gradito e soprattutto un’iniziativa pratica da parte di chi, come Lei e il Suo partito, avrebbe i mezzi per farlo, se ritenesse una tale proposta fattibile e intelligente; diversamente grazie in anticipo per l’attenzione.
Cordialissimi saluti
Dott. Carlo Attademo